Quali potrebbero essere le prossime matricole del fashion a sfruttare il momento d'oro per le quotazioni del Made in Italy? C'e' una lista che circola tra le banche d'affari.
Quest'ultima comprende alcune aziende del settore di media dimensione: come Stefano Ricci, piccola maison in forte crescita che esporta il 90 per cento dei suoi prodotti. Ma anche Harmont & Blaine, azienda napoletana ormai affermata con il marchio del bassotto. La societa' campana sta infatti cercando un investitore di minoranza a fianco del quale sbarcare poi velocemente a Piazza Affari. C'e' poi Twin-Set, partecipata del fondo americano Carlyle. Per arrivare a Pianoforte Holding (con i marchi Yamamay e Carpisa), societa' controllata dalle famiglie Cimmino e Carlino nel cui capite e' entrata Intesa Sanpaolo. E che dire di Furla? Il gruppo, famoso per le borse, ha gia' indicato che la strada futura sara' quella della quotazione, non si sa se a Milano oppure a Hong Kong. A questi gruppi si aggiunge poi una lista, piu' ristretta, di big della moda che non hanno ancora dato un'indicazione precisa sulla loro volonta' o meno di sbarcare in Borsa e in che tempi: i nomi sono quelli di Dolce Gabbana e di Armani. Per ultima resta Versace: la famiglia del marchio della Medusa sta infatti selezionando un investitore finanziario con il quale sbarcare a Piazza Affari nel giro di 2-3 anni.