Per Intesa Sanpaolo e Unicredit non cambia nulla (almeno per ora) dopo il no di Air France all’aumento di capitale di Alitalia. Le due banche stanno alla finestra e per ora garantiscono solo quanto è stato già pattuito: cioè, sul fronte dell’aumento di capitale, la garazia di sottoscrizione di inoptato per 100 milioni di euro, con 50 milioni che saranno concessi a testa dalle due maggiori banche del Paese.
Malgrado il no transalpino, la tempistica resta immutata. Una volta arrivati al termine del 27 novebre per l’aumento di capitale, i soci avranno un periodo di tempo per sottoscrivere l’inoptato, terminato il quale la sottoscrizione sarà aperta a terzi. A quel punto, dopo l’ingresso delle Poste, Intesa Sanpaolo e Unicredit potranno intervenire con 50 milioni a testa. Questa è la cifra che è stata decisa e nessuna delle due banche sembra disposta ad aumentarla, anche a fronte della ritirata dei soci della compagnia aerea. Proprio per questo motivo potrebbe risultare fondamentale trovare un nuovo socio industriale al posto di Air France, prospettiva che però al momento pare poco probabile e lontana dal concretizzarsi. Di questa necessità sembrano ben conscie le banche. «Il problema principale è quello della scelta del partner – ha sottolineato il presidente di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli – questo è fondamentale perché Alitalia da sola non può stare e su questo mi pare che siano tutti concordi».
In modo parallelo alla vicenda dell’aumento di capitale, la più delicata per gli effetti che ne potrebbero scaturire se non dovesse essere raggiunto il tetto minimo necessario (l’iniezione è fino a 300 milioni), stanno invece proseguendo le discussioni per prorogare le attuali linee di credito (per circa 400 milioni di euro) fino al 30 giugno 2015.
Proprio per arrivare a questo esito, sarebbero stati affidati nelle scorse settimane gli incarichi legali per la rinegoziazione delle scadenze dei prestiti: all’avvocato Ugo Molinari dello studio Lombardi Molinari Segni e Associati come advisor delle quattro banche, Gregorio Gitti dello studio Pavesi Gitti Verzoni in rappresentanza di Intesa Sanpaolo, all’avvocato Giuseppe Iannaccone come advisor di UniCredit ed allo studio Erede Bonelli Pappalardo per conto di Alitalia assieme al consulente finanziario Banca Leonardo.
Il pool bancario è composto da Unicredit (con 127 milioni di euro di factoring e 40 milioni di circolante da confermare per Piazza Cordusio) e da Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi e Popolare di Sondrio.
C’è, infine, la parte più delicata di tutta la vicenda che dovrà essere risolta tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Il piano finanziario originario di Alitalia prevedeva infatti fino a 300 milioni di aumento di capitale più altri 200 milioni di nuova finanza da parte di Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Ma su questi ulteriori 200 milioni, al momento, non c’è alcuna certezza. Per ora le banche non prendono in considerazione l’eventualità di concedere altri 200 milioni e aspettano di avere lumi su aumento di capitale e piano industriale. Si tratterebbe di pre-tattica perché al momento la situazione è talmente complessa che si naviga a vista e non è possibile prevedere quello che succederà il 27 novembre: figurarsi se è possibile sapere quello che sarà fra un mese.