Accordo vicino tra le banche creditrici e la Carlo Tassara del finanziere franco-polacco Romain Zaleski. E' infatti in corso il consiglio di amministrazione che dovrebbe ratificare le condizioni dell’accordo che è già stato raggiunto in una riunione venerdì sera.
L’intesa, dopo un negoziato di estrema difficoltà durato diversi mesi, sarebbe stata trovata in base ad alcuni aspetti di fondamentale importanza: in particolare, la governance della società che prevede il numero dei membri del consiglio, che crescerà a nove membri, dei quali sei indipendenti e tre nominati dagli azionisti.
Si tratta di una modifica dell’attuale governo societario che dovrebbe andare incontro alle richieste del sistema creditizio, preoccupato per la cessione degli asset della Carlo Tassara che dovrebbero far rientrare, anche se non completamente, la posizione debitoria: oltre due miliardi di euro con principale creditore Intesa Sanpaolo per 1,2 miliardi. Seguono Unicredit (500 milioni), Mps (200 milioni) e Ubi (150 milioni).
Come contraltare dell’accordo sul debito, a Zaleski (che è stato assistitito nella definizione delle condizioni dallo studio Lombardi Molinari e da Pricewaterhouse&Coopers) dovrebbero invece restare alcune attività: cioè l’azienda siderurgica Metalcam di Breno (Brescia), la Fincamuna (cioè quella che è stata considerata la cassaforte «energetica» della finanziaria) e una centrale elettrica. Verranno quindi dismesse tutte le attività finanziarie della Carlo Tassara.
Il portafoglio partecipazioni finanzierie toccherebbe un valore attorno a 1,7 miliardi, di cui 1,5 circa nelle quotate. Le quote di spicco sono rappresentate da pacchetti chiave nelle principali realtà italiane: l’1,7% di Intesa Sanpaolo, l’1,42% di Ubi Banca, il 2,5% di A2A, l'1,73% di Cattolica, lo 0,25% della Bpm, l’1,14% di Mps, lo 0,68% di Generali, l’1,17% di Mediobanca e il 19% di Mittel. Oltre al portafoglio italiano si sommano poi le partecipazioni estere rappresentate dal 12,8% del gruppo minerario francese Eramet, dal 35% della banca polacca quotata Alior Bank (quota che contemplerebbe anche il premio di maggioranza) e dal 7% di Comilog, una miniera di manganese in Gabon che potrebbe valere attorno ai 200 milioni.
Le banche, inoltre, avrebbero ottenuto garanzie di aggiustamento del prezzo in fase successiva, nel caso di apprezzamento delle partecipazioni.
Resta poi aperto il tema della presidenza della Carlo Tassara. Pietro Modiano dovrebbe, comunque, restare al vertice della società ancora per qualche tempo. Secondo i rumors, Modiano non avrebbe mai posto la questione delle sue dimissioni, anche se c’è un problema oggettivo di doppia presidenza: visto che il banchiere è anche numero uno di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, carica assai complessa soprattutto sul versante istituzionale.
Facile dunque prevedere che questo duplice impegno non potrà essere mantenuto a lungo: soprattutto ora che, raggiunto quasi l’accordo, le nubi sulla ristrutturazione finanziaria della Carlo Tassara sembrano essere meno cupe.