Nel giorno della presa di controllo da parte di Telefonica di Telco-Telecom, i riflettori si spostano immediatamente in Brasile. È infatti nella capitale amministrativa Brasilia che i consulenti legali del gruppo spagnolo Telefonica, esperti di antitrust, stanno dialogando da giorni con gli uomini del Conselho Administrativo de Defesa Econômica (Cade), cioè l'autorità brasiliana che si occupa di concentrazione tra aziende.
Da gennaio il Conselho Administrativo de Defesa Econômica sta indagando se Telefonica abbia o meno violato l'accordo firmato con l'Antitrust tre anni fa, in base al quale il gruppo iberico si era impegnato a non interferire nella gestione di Tim Brasil, la controllata di Telecom Italia dove gli iberici sono soci tramite Telco. L'indagine del Cade sarebbe ancora in corso e potrebbe essere discussa in una prossima riunione in programma per il 9 ottobre. L'istruttoria si muove, inoltre, di pari passo con quella dell'Autorità delle telecomunicazioni brasiliana, cioè l'Anatel. Con la notizia della presa di controllo da parte di Telefonica di Telco, ora la necessità di risolvere il nodo brasiliano diventa ancora più urgente.
Le ipotesi restano due: la vendita di Tim Brasil a un gruppo ancora non presente sul mercato brasiliano oppure, l'opzione più probabile, lo spezzatino di Tim Brasil tra gli attuali competitor telefonici del mercato brasiliano, cioè Vivo (di proprietà già di Telefonica), Claro (che fa capo alla America Movil del magnate Carlos Slim) e Oi (il "campione" nazionale delle tlc).
Tuttavia tutti gli scenari su Tim Brasil devono necessariamente confrontarsi con le indicazioni che potrebbe fornire il Conselho Administrativo de Defesa Econômica, che proprio a inizio ottobre potrebbe arrivare a dare un giudizio più puntuale sulla vicenda.