L’identikit del nuovo socio di minoranza di Versace sarà più chiaro dopo la settimana della moda milanese. A quel punto verranno individuati i tre finalisti per avviare il data room contabile, per il quale sono già stati scelti come advisor i legali di Gattai, Minoli & Partners. I tre prescelti saranno selezionati tra le offerte che arriveranno in questi giorni, dopo che prima dell’estate gli advisor della famiglia Versace, Goldman Sachs e Banca Imi, hanno inviato a una decina di soggetti una ventina di pagine di fitte informazioni sulle prospettive di crescita della maison, sollecitando una valutazione per la griffe e le richieste in termini di governance societaria.
L’operazione è già stata decisa. Il nuovo partner entrerà con un aumento di capitale da 150 milioni di euro e verserà altri 50 milioni per comprare azioni agli attuali soci di controllo: Santo e Donatella Versace, assieme alla figlia della stilista Allegra.
Il nodo principale sarà quello della valutazione del gruppo della Medusa. Si parla infatti di 12-13 volte il margine operativo lordo: l’Ebitda è attorno ai 70 milioni di euro (dei quali la metà provenienti da royalties), quindi la stima complessiva dell’azienda potrebbe essere attorno al miliardo di euro. Insomma, tanti soldi, anche se ormai i multipli nel settore del lusso sono attestati su questi livelli.
Ma chi potrebbe mettere sul piatto l’offerta più interessante? I soggetti più attivi sul dossier sarebbero gruppi finanziari. Ci sarebbe, secondo indiscrezioni, il fondo sovrano del Qatar. Ma l’investitore di Doha sarebbe affiancato al Fondo Strategico Italiano (Fsi) con il quale alcuni mesi fa ha stretto una joint venture: Iq Made in Italy Venture, che è nata per investire in Italia anche nella moda. L’Ad del Fondo Strategico, Maurizio Tamagnini, sarebbe convinto dell’investimento, mentre il Qatar avrebbe deciso di intervenire tramite il braccio finanziario Qatar Holding e non tramite Mayhoola: quest’ultima è la cassaforte della famiglia dell’emiro che un anno fa ha rilevato Valentino per 700 milioni. Mayhoola infatti sarebbe stata interessata soltanto ad acquisire la maggioranza di Versace e non una minoranza. In corsa, tra i gruppi più convinti dell’operazione, ci sarebbe poi la Investindustrial di Andrea Bonomi, mentre restano da capire le intenzioni di altri fondi come Clessidra e Axa Private Equity. Infine, sarebbero scesi in partita anche gli inglesi di Permira (che già avevano comprato Valentino) e il gruppo Investcorp, società di investimenti con sede in Bahrein.
Sembrano invece più cauti sul dossier i grandi gruppi asiatici. Fosun, contattato dagli advisor di Versace, ha partecipato alla prima fase del processo, ma sembra difficile che il gruppo cinese possa arrivare a fare un’offerta. La tipologia d’investimento (e soprattutto il multiplo da pagare) non avrebbero infatti riscosso grandi consensi tra i gestori di Fosun.
Restano infine i gruppi coreani (cioè E-Land, Cheil Industries e LG Fashion), che negli scorsi giorni hanno smentito ai media di Seul (il quotidiano Money Today) di voler partecipare all’asta. Il processo, se tutto andrà per il verso giusto, dovrebbe comunque terminare a fine anno.