Il consiglio di amministrazione dell'Ilva si è dimesso sabato, ma le speranze di un salvataggio della situazione in zona Cesarini non sono ancora perse. Dopo le dimissioni dell'Ad Enrico Bondi e del presidente Bruno Ferrante, in seguito al sequestro per 8 miliardi di beni del gruppo Riva, le trattative non sarebbero ferme: sia a livello governativo sia a livello finanziario si sta cercando una soluzione alternativa che permetta di non fermare la produzione. In particolare, secondo le indiscrezioni, Banca Leonardo (l'istituto fondato dall'ex-Mediobanca Gerardo Braggiotti) starebbe trattando con il mondo bancario per trovare le fonti di finanziamento necessarie a rispettare il piano ambientale stabilito con le autorità: si parlerebbe di una cifra attorno ai 4 miliardi di euro. Qualche dettaglio in più potrebbe aversi nei prossimi giorni.
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